L’incidenza annua delle lesioni meniscali è di circa 15 persone su 10.000, nella maggior parte dei casi giovani maschi.
La grande distinzione è fra lesioni traumatiche e lesioni degenerative. Le prime, molto spesso associate ad incidenti sportivi, sono quelle che più frequentemente necessitano di un trattamento chirurgico. Le lesioni degenerative, tipiche dei soggetti più anziani, sono associate ad un quadro più ampio di degenerazione articolare.
Cause e tipo di lesione
Le rotture meniscali avvengono in seguito ad un asincronismo del movimento reciproco fra condilo e menisco corrispondente. Tale asincronismo può provocare lo schiacciamento del menisco al di sotto del condilo, di solito durante movimenti combinati di flessione-rotazione e valgismo-varismo. La situazione classica durante lo sport è la distorsione del ginocchio con piede bloccato al suolo e ginocchio variabilmente flesso. Movimenti ripetuti di accosciata, accompagnati spesso da una rotazione del ginocchio, tipici di alcune attività lavorative (ad esempio idraulici e piastrellisti), sono altresì associati a lesioni meniscali.
Le lesioni meniscali possono essere favorite dalla presenza di altre lesioni intrarticolari, prima fra tutte quella del legamento crociato anteriore, che può portare ad un progressivo cedimento strutturale dei menischi nel corso di mesi o anni.
Nelle lesioni traumatiche la rottura è di solito netta e verticale. Più raramente è obliqua, detta anche radiale. La rottura può interessare il menisco a tutto spessore (lesione completa) oppure solo la superficie superiore o inferiore (lesione parziale). Le lesioni degenerative hanno quasi sempre un decorso orizzontale con margini irregolari e sfrangiati.
Un altro criterio classificativo è quello topografico. Si distinguono lesioni del corno posteriore, del corpo o del corno anteriore.
Sintomatologia
Nelle lesioni recenti i sintomi classici sono il dolore in corrispondenza della rima articolare mediale e/o laterale, il versamento articolare e talvolta il blocco articolare, con impossibilità da parte del paziente di estendere completamente il ginocchio.
Il blocco articolare indica una lesione ampia.
Nelle lesioni di vecchia data il paziente riferisce spesso la comparsa di dolore durante movimenti come la flessione accentuata del ginocchio o durante movimenti comuni che prevedono una flessione ed una contemporanea rotazione del ginocchio, come entrare ed uscire dall’automobile. Talvolta viene riferito dolore dopo l’attività fisica.
Diagnosi
L’esame clinico è basato sull’ispezione e sull’esecuzione di manovre in grado di suscitare dolore. Per quanto riguarda l’imaging, è bene iniziare lo studio del ginocchio con una radiografia convenzionale, al fine di evidenziare, in fase acuta, eventuali fratture intrarticolari e, in fase cronica, la presenza di artrosi. In caso di sospetto clinico è indicata l’esecuzione della Risonanza Magnetica.
Trattamento
La scelta del trattamento dipende da numerosi fattori, tra cui: l’età del paziente, il livello di attività, il tipo di lesione, la durata dei sintomi, la presenza di lesioni associate.
Le lesioni degenerative vengono di solito trattate conservativamente (fisioterapia, antinfammatori, viscosupplemetazione).
Il principio che deve regolare qualsiasi trattamento chirurgico è quello di cercare di conservare il menisco (meniscectomia selettiva). Se la lesione interessa una zona periferica, ben vascolarizzata, o si tratta di una disinserzione meniscale può essere eseguita una sutura.
LESIONI LEGAMENTOSE
Le lesioni legamentose del ginocchio sono piuttosto frequenti nella pratica sportiva. Il legamento crociato anteriore è quello più frequentemente lesionato e la sua ricostruzione è uno degli interventi più eseguiti in traumatologia dello sport.
Frequentemente le strutture legamentose coinvolte sono più di una, pertanto l’accurata ricostruzione dell’evento traumatico e un attento esame clinico sono fondamentali per evidenziare l’entità e la direzione dell’instabilità del ginocchio.
Cause
Le lesioni legamentose sono il risultato di un trauma distorsivo, che a seconda del tipo e dell’entità, può generare una instabilità di ginocchio.
Nello specifico, traumi distorsivi in valgismo (rotazione esterna o varismo) possono ledere il legamento crociato anteriore.
Altri meccanismi lesionali sono l’iperestensione e la brusca contrazione del quadricipite a ginocchio flesso.
I meccanismi in grado di ledere il legamento crociato posteriore sono i traumi diretti alla tibia con direzione antero-posteriore a ginocchio flesso. I traumi da cruscotto sono i più comuni, nei quali la tibia prossimale viene spinta posteriormente nell’impatto.
Per quanto riguarda i legamenti collaterali mediale e laterale, i meccanismi di rottura sono legati ad un eccessivo stress in varo o in valgo, a cui può associarsi una componente rotatoria.
Sintomatologia
Una lesione legamentosa acuta comporta dolore e spesso un versamento articolare, che soprattutto nel caso di lesione del legamento crociato anteriore sarà di natura ematica (emartro). Frequentemente, in seguito a distorsioni di più lieve entità, si può formare un idrartro (ossia un versamento di natura sinoviale), a causa della reazione infiammatoria capsulare al trauma. L’idrartro si forma lentamente, nel giro di 24-36 ore.
I cedimenti articolari sono sintomi tipici delle lesioni legamentose croniche.
Diagnosi
L’esame clinico si basa su test specifici in grado di evidenziare il tipo di instabilità. In fase acuta tali manovre possono risultare difficili da eseguire a causa della contrattura antalgica. Per tale ragione è utile rivalutare clinicamente i pazienti ad una certa distanza dal trauma.
Per quanto riguarda la diagnostica per immagini, in fase acuta è sempre utile iniziare la valutazione di una distorsione del ginocchio con le radiografie convenzionali, al fine di escludere eventuali fratture associate. Successivamente, una volta risolto il versamento articolare, l’indagine di elezione è la risonanza magnetica, che permette di visualizzare le strutture legamentose coinvolte.
Trattamento
La decisione se intraprendere o meno un trattamento chirurgico è legata ancora una volta non solo all’entità della lesione ma soprattutto all’età del paziente ed alle sue richieste funzionali.
I giovani sportivi sono i pazienti solitamente candidati alla ricostruzione legamentosa chirurgica.
I pazienti meno giovani o con basse richieste funzionali possono beneficiare di un trattamento conservativo, essenzialmente fisioterapico, che ha l’obiettivo principale di recuperare il tono-trofismo muscolare dell’arto inferiore, aspetto che può contribuire notevolmente alla stabilità dinamica del ginocchio.